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neurofisiologia dello sviluppo
L' ADOLESCENZA
-ADOLESCENZA deriva dal verbo latino “ADOLESCERE” che significa CRESCERE.
-L’ETA’ ADOLESCENZIALE comporta infatti CAMBIAMENTI (fisici, cognitivi, emotivi, relazionali) insiti nel passaggio dalla FANCIULLEZZA all’ETA’ ADULTA, con ripercussioni immediate a livello psichico;
-l’ADOLESCENTE, a differenza del bambino, vive in modo CONSAPEVOLE il DUPLICE MOVIMENTO: RINNEGAMENTO della sua INFANZIA e RICERCA di una STABILITA’, con un aumentato senso di ANGOSCIA, tipico della CRISI ADOLESCENZIALE.
-Di tale periodo sono da evidenziare soprattutto TRE ASPETTI particolari:
1. LA FORMAZIONE DELL’IDENTIA’
2. IL LATO SENTIMENTALE
3. LA SESSUALITA’
LA FORMAZIONE E LA CRISI DELL’IDENTITA’
Il processo di formazione dell’IO passa attraverso il fenomeno della SCISSIONE e dello SDOPPIAMENTO della PSICHE, producendo due immagini interne fondamentali: l’IO e il SE’.
Ciò accade nel momento in cui l’individuo è in grado di assumere se stesso come OGGETTO di ATTENZIONE e di INTERESSE, cioè quando l’identità incomincia ad avere contorni precisi.
-L’IO è il punto di riferimento della coscienza vigile di ogni individuo.
-Il SE’ è il prodotto della riflessione dell’Io individuale su se stesso e rispetto alla propria collocazione nel mondo. La percezione del Sé inizia con la pubertà, poiché in quest’età di passaggio ogni individuo è costretto a prendere atto delle proprie TRASFORMAZIONI FISICHE, PSICHICHE e SOCIALI e si completa nell’età matura.
Con la pubertà si è in grado di procreare, si avverte il bisogno di ricercare una PROPRIA IDENTIA’, in contrapposizione al mondo degli adulti (processo di divergenza). Si comincia pertanto a sentire il problema della separazione dai genitori, a desiderare la compagnia, l’amicizia e l’amore di estranei.
Da qui nascono e riemergono i CONFLITTI PERSONALI ed INTERPERSONALI, poiché l’adolescente non accetta la sottomissione a regole coercitive poste dall’esterno (eteronomia), né l’assenza di regole (anomia), ma giudica secondo i principi dell’EGUAGLIANZA e dell’EQUITÀ’.
L’ambiguità dello stato adolescenziale, oscillante tra la condizione di giovane adulto e quella di bambino, rende l’adolescente incerto tra:
FIDUCIA e DIFFIDENZA, INIZIATIVA ed APATIA, AGGRESSIVITA’ e SENTIMENTI DI COLPA, generando ANSIA e FRUSTRAZIONE, una FRAGILITA’ EMOTIVA, vissuta spesso come una “depersonalizzazione” (L’adolescente è incapace di sapere chi è e che cosa rappresenta nel mondo).
Per la GESTIONE di tali CONFLITTI e dello STRESS che ne deriva, tuttavia, vengono messe in atto delle MODALITA’ DIFENSIVE PERSONALI come ad esempio:
SCISSIONE: è una delle difese più frequenti e più radicali contro l’esperienza dell’ansia e della colpa, prevenute grazie ad una regressione dell’Io a situazioni arcaiche (scissione degli oggetti buoni-cattivi).Da parte dell’adolescente. c’è un’autoattirbuzione dell’onnipotenza che gli consente di negare la sua dipendenza dai genitori e di pretendere da essi sudditanza. Tale meccanismo si esprime anche attraverso bruschi passaggi da un estremo ad un altro.
INTELLETTUALIZZAZIONE: mira a trasferire il conflitto dal piano delle emozioni a quello del pensiero, attraverso ad es. un’adesione globale a teorie filosofiche, politiche o religiose.
ASCETISMO: volge ad un migliore controllo delle pulsioni corporee, attraverso linee di condotta intransigenti, che trasformano i desideri in proibizioni rigorosissime.
PASSAGGIO ALL’ATTO: tale modalità è molto diffusa ed è tipica dell’adolescenza; protegge il ragazzo dall’interiorizzazione del conflitto e dalla sofferenza psichica, ma ostacola qualsiasi possibilità di progressiva maturazione, al punto tale che la ripetizione incessante di tale passaggio all’atto rimane spesso come l’unica via d’uscita. Due ordini di fattori favoriscono l’AGIRE in adolescenza:
1. FATTORI AMBIENTALI:
- il cambiamento dello stato sociale (da infanzia ad età adulta)
- il contenuto del nuovo stato sociale (libertà e autonomia)
- le stereotipie sociali (es. adolescenza = “crisi di violenza”)
- le interazioni sociali (ad un atto ne segue subito un altro, sia per imitazione che per reazione, ciò è osservabile nelle dinamiche dei gruppi)
- le costrizioni eccessive della realtà
2. FATTORI INTERNI:
- l’angoscia
- il riemergere della pulsione sessuale
- l’antitesi attività/passività (la paura della passività, rimandando alla sottomissione infantile, conduce a servirsi dell’azione per negare la passività)
- le modificazioni strumentali (il corpo e il linguaggio)
Il passaggio all’azione, oltre a fungere in modo fisiologico da STRATEGIA D’INTERAZIONE, da MECCANISMO DI DIFESA o da FRENO ALLA CONDOTTA MENTALIZZATA, è anche una modalità che caratterizza i processi di DEVIANZA (ES. fuga, furto, violenza auto ed etero-diretta), ovvero di “allontanamento dalla norma”, che arrechi disturbo agli altri o crei loro dei problemi.
CONDIZIONI CHE FAVORISCONO I PROCESSI DI DEVIANZA
RITARDO SCOLASTICO: porta ad un disadattamento del ragazzo, ad atteggiamenti di rifiuto, a sentimenti di frustrazione, con probabili insuccessi poi anche nel mondo lavorativo.
AMBIENTE FAMILIARE DISFUNZIONALE: l’assenza di un’atmosfera familiare in grado di offrire un sentimento di STABILITA’ e SICUREZZA e la mancata esperienza di un genitore sufficientemente consistente, rendono più forte il bisogno di integrazione in un gruppo di coetanei e a trovare nei membri più influenti quei modelli di guida e protezione , assenti in famiglia.
ALTO INDICE DI CRIMINALITA’ ADULTA
CARENZA NEL TERRITORIO DI SPAZI EDUCATIVI DI AGGREGAZIONE E SOCIALIZZAZIONE
POVERTA’ CULTURALE ED ECONOMICA
INDICE DI AFFOLLAMENTO ELEVATO
Tali condizioni AMBIENTALI E FAMILIARI SFAVOREVOLI agiscono negativamente nel senso di impedire quel processo di INTERIORIZZAZIONE DELL’AUTORITA’, ovvero di formazione della coscienza morale , che permette l’integrazione in un gruppo sulla base dei valori e dei principi sani e positivi che reggono la società degli adulti.