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L’Educazione socio-affettiva a scuola rivolta a docenti e genitori
La scuola, insieme alla famiglia, è uno dei poli primari su cui agire per prevenire il disadattamento e promuovere il benessere psico-fisico del bambino e dell’adolescente. Nella scuola è possibile utilizzare una serie di strategie di intervento in grado di promuovere scambi positivi tra bambini e adulti di riferimento, che consentono di “stare bene e di lavorare meglio insieme”. Tra queste tecniche un posto particolare hanno le metodologie per l’educazione socio-affettiva, volte a promuovere attività educative inerenti non solo la sfera cognitiva della personalità, ma anche quella sociale ed affettiva.
Il modo di stare con gli altri cambia con lo sviluppo e ad ogni fase si imparano nuove e più sofisticate modalità di rapporto e comunicazione. Per il bambino piccolo i genitori sono le principali figure di riferimento in tema di relazione e comunicazione, in quanto figure di identificazione. A mano a mano che il bambino cresce, entra in contatto con altre persone significative, tra cui un ruolo di primo piano spetta agli insegnanti e agli educatori scolastici.
A scuola dunque potrebbe essere molto utile strutturare un progetto di intervento per sostenere i genitori e gli insegnanti nel difficile compito di accompagnare figli ed alunni dall'infanzia all'adolescenza, proponendo uno spazio di riflessione e di confronto su temi di interesse comune.
Il contatto quotidiano con gli alunni rende anche gli insegnanti molto preziosi per l’aiuto che possono dare ai bambini nel difficile cammino verso la maturazione. Gli insegnanti rappresentano un referente adulto con cui gli alunni possono confrontarsi e relazionarsi:
all’interno di questo rapporto, viene data al minore la possibilità di sperimentare ruoli e comportamenti diversi da quelli appresi in famiglia. Il compito del docente assume dunque una funzione che non è solo quella didattico-formativa, ma anche quella inerente la promozione e lo sviluppo dell’identità e della maturazione psicologica del bambino. In questo senso il compito del docente è gravoso e appare fondamentale prevedere un sostegno per gli insegnanti, al fine di aiutarli a comprendere meglio le dinamiche relazionali e psicologiche che si possono attivare nel rapporto con il bambino e l’adolescente.
La finalità generale dell’educazione socio-affettiva è quella di creare uno spazio di dialogo e confronto tra insegnanti e genitori su tematiche di psicologia evolutiva, così da migliorare la comprensione del minore e la qualità del rapporto stabilito con lui. Gli incontri, di tipo teorico-esperenziale, possono essere incentrati sul tema dello sviluppo psico-socio-affettivo del bambino e dell’adolescente nelle relazioni di attaccamento.
Gli obiettivi specifici sono quelli di:
1. Incrementare la conoscenza del bambino e dell’adolescente attraverso la realizzazione di seminari riguardanti lo sviluppo psico-socio-affettivo.
2. Favorire la creazione di una rete di collaborazione e comunicazione tra scuola e famiglia.
3. Promuovere l’acquisizione di abilità comunicative e relazionali in grado di migliorare la qualità del rapporto adulto-minore.
4. Facilitare la scuola e la famiglia nella scoperta dei fattori di rischio, fornendo strumenti, metodi, procedure mirate alla riduzione delle situazioni di disagio e di malessere.
5. Esplorare le dimensioni dell'educare in relazione alle problematiche connesse con la salute onde evitare che il disagio "normale" si trasformi in disagio patologico.
6. Rinforzare i fattori protettivi idonei a favorire nel minore uno sviluppo sano ed equilibrato.
Gli incontri con i genitori e gli insegnanti possono così strutturarsi:
Realizzazione di seminari-dibattito, che coinvolgano genitori ed insegnanti ad una partecipazione attiva e critica, sulle seguenti tematiche evolutive:
Come si costruiscono e si mantengono i legami di attaccamento
lo sviluppo del pensiero e del linguaggio
lo sviluppo emotivo-affettivo
lo sviluppo sociale
• Promozione di modalità comunicative e relazionali più efficaci, in grado di migliorare la qualità del rapporto adulto-minore. Mediante l’utilizzo di particolari tecniche operative si cercherà di insegnare agli adulti alcune strategie di comunicazione particolarmente efficaci nel favorire lo stabilirsi di relazioni cooperative. La produzione di messaggi comunicativi congruenti, la capacità di ascoltare in modo attivo ed empatico, e l’utilizzo del problem solving nella risoluzione dei conflitti interpersonali, sono alcune tra le strategie utilizzabili per favorire i processi di crescita ed autonomizzazione nel bambino.
• Condivisione di esperienze e problematiche personali al fine di stabilire un confronto ed una comunicazione aperta su temi educativi tra genitori ed insegnanti: la possibilità di definire delle linee educative comuni e concordate tra scuola e famiglia può incrementare notevolmente l’efficacia degli interventi educativi programmati.
• Identificazione di comportamenti a rischio e definizione di modelli di intervento in grado di contrastare lo sviluppo di condotte patologiche nel bambino e nell’adolescente.
La metodologia adottata fa riferimento alle teorie psicologiche che considerano l’essere umano fin dalle prime fasi evolutive, come soggetto attivo di apprendimento e che pongono l’accento sui processi di interazione e integrazione sociale fra pari e fra adulto-minore nella costruzione delle conoscenze. Le metodologie attuative si basano sui principi del:
a) gioco dei ruoli
b) brainstorming
c) schede stimolo di auto-osservazione
d) lavori in piccoli gruppi attraverso progettazione di tipo attivo (ad esempio elaborazione di pubblicità progresso o di cartelloni)
e) incontri e discussioni aperte
f) osservazione sistematica dei gruppi
g) impiego di lavagne a fogli o slides illustrative
FIGURE PROFESSIONALI COINVOLTE
Gli interventi vanno monitorati attraverso l’utilizzo di apposite schede autovalutative. E’ necessario verificare l’efficienza delle risorse e delle tecniche utilizzate, nonché la risposta dei genitori e degli insegnanti agli interventi proposti.