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PROBLEMATICHE AL FEMMINILE
Oggi il ruolo della donna all’interno della società è cambiato radicalmente rispetto ad un passato, in cui il suo ruolo era prevalentemente limitato allo svolgimento dei compiti all’interno della casa e della famiglia.
Basti pensare al suo inserimento nei corpi della Polizia, dei Carabinieri e delle Forze Armate, in posizioni lavorative manageriali, in politica o in altri contesti lavorativi che fino a pochi anni fa erano di esclusivo predominio maschile. La conquista di una maggiore parità di diritti ed il raggiungimento di ruoli sociali, si sovrappone però al fatto che le donne abbiano ancora in larga misura il carico delle responsabilità sia della loro famiglia attuale che di quella d’origine. Rispetto a qualche decennio fa il ruolo paterno è drasticamente cambiato, molti padri oggi si pongono su di un piano maggiormente cooperativo sia nella gestione della casa che dei figli ed è anche questo cambiamento cha ha consentito alla donna il raggiungimento di una maggiore parità a livello socio-culturale. Ci sono però situazioni in cui spesso le donne si trovano ancora sole a gestire bambini o adolescenti da un punto di vista pratico ed educativo. L’uomo infatti rispetto alla compagna è quello che ancor oggi investe maggiormente sul lavoro, delegando tali responsabilità alla donna. Tale condizione è specialmente aggravata in quelle situazioni di separazioni conflittuali, dove il marito, una volta uscito di casa, fatica a garantire una presenza nel legame con i figli ed una collaborazione nel legame genitoriale.
I molteplici ruoli, responsabilità e funzioni sul piano familiare, professionale e sociale che la donna si ritrova a sostenere, possono essere vissuti come difficoltosi e gravosi, tanto che a volte la situazione diventa talmente insostenibile da annullare la propria individualità. La delicata gestione della condizione lavorativa e familiare, pertanto, può generare stress, frustrazione, rifiuto, disagio e conflitto. Altre situazioni di stress che oggi vivono le donne in particolare nella fascia d’età tra i 30 e i 40 anni, che ancora non hanno creato una famiglia, riguardano la difficoltà a disinvestire sul piano lavorativo in funzione di una progettualità familiare o la difficoltà a trovare partner disponibili a costruire un legame affettivo stabile. Altre problematiche femminili attualmente diffuse, anche tra le giovani donne, è una profonda difficoltà a piacersi ed a stimarsi da un punto di vista fisico e psicologico. Tale disagio è soprattutto un disagio socio-culturale in relazione alla presenza di modelli femminili proposti dai media sempre più perfetti e irraggiungibili, che richiedono alla donna performance sempre più elevate in ruoli di efficienza sociale e lavorativa. Alla donna è richiesta una perfetta forma fisica, un’adeguata posizione lavorativa, una efficienza come madre e moglie e tutto ciò può innescare nella mente delle donne, in particolare di quelle che hanno già un basso livello di autostima, un senso di inadeguatezza di sé e di rifiuto del proprio corpo, comprese anche le più piccole imperfezioni. Tale situazione spinge in alcuni casi ad un ricorso continuo e compulsivo alla chirurgia estetica, come rimedio magico nella risoluzione del proprio disagio.
Le problematiche sopracitate, se trascurate o negate, possono dunque sfociare in una serie di disturbi psicologici e psicosomatici tra cui:
-disturbi d’ansia generalizzata, attacchi di panico
-oscillazioni nell’umore, stati depressivi, metereopatia
-fobie di vario tipo come la claustrofobia,
-disturbi sessuali, quali anorgasmia, calo del desiderio, vaginismo
-problemi ginecologici ricorrenti quali la candida, sindrome premestruale, cisti ovariche o al seno
Nelle fasce di età più giovanile si riscontrano invece disturbi psicosomatici e disturbi alimentari (anoressia, bulimia).
Sebbene le patologie da stress riguardino entrambi i sessi, le donne, a differenza degli uomini, sono più predisposte psicologicamente a parlare delle proprie insicurezze, a confidarsi tra amiche e dunque a rendersi conto di sentire il bisogno di un aiuto psicologico. Nonostante la donna abbia raggiunto una priorità di diritti in ambito sociale, continua ad essere soggetta a forti rischi; ne sono un esempio le situazioni di violenze subite al di fuori ma soprattutto dentro le famiglie (violenza domestica e stalking) ed anche nell’ambito del lavoro (mobbing). Se dunque una donna avverte che il disagio non è più una condizione momentanea, ma permanente e pervasiva della propria esistenza, è bene non trascurare le proprie emozioni, ma utilizzarle come spinta costruttiva per poter chiedere aiuto e parlare con qualcuno di esperto, che possa aiutarla a comprendere meglio la problematica sottesa e quali possano essere le soluzioni migliori per riprendere in mano la propria vita.